Il cabaret della povera gente

Italia: popolo di sfumature, incontri, partenze, arrivi, canto, ballo, racconto, cibo. Tutto e niente.Siamo in un teatrino di bassa lega. Degli attori sulla scena si preparano. Un maestro di cerimonia, un musicista innamorato, la comare del rione e due inservienti: uno negro, l'altro latino. Un Cabaret sta per cominciare. Tra stacchetti alla Don Lurio, canti e racconti si sviluppa la vicenda. Anche per questa sera l’obiettivo è quello di divertire il pubblico. I tre italiani in scena sono un toscano, una ciociara e un calabrese. Ognuno di loro difende e santifica la propria terra come base genetica dell’Italia. Il loro delirio viene interrotto dalla rivelazione degli inservienti. In un inusuale sodalizio tra Africa e Sud America, entrano in scena a rompere l’equilibrio, gli stranieri invasori. Ognuno con il proprio corpo presenta la sua storia. Lo stupore della compagine italiana entra in crisi. Non si sa chi siano, non si conosco le loro intenzioni, non si sa perché siano arrivati in questa sala. Il maestro si fa pubblico ministero.L'accusa e la difesa si alternano agli stacchetti. Come soubrette i nuovi arrivati si allineano al varietà. Queste le domande: Possono restare? Devono andare? Hanno il passaporto? Certificato di Nascita? Permesso di Soggiorno?